dottor mantovani

Con l’età il nostro orologio biologico rallenta la corsa e un buon alleato per contrastare questa limitazione è praticare sport a tutte le età. Infatti, l’attività fisica, contrasta il diabete, le patologie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori, mantenendo tonici e sani i nostri muscoli e la nostra mente.

Pubblichiamo l’intervista al nostro Direttore scientifico Dott. Enzo Mantovani, ex responsabile del Laboratorio di Valutazione Funzionale e Riabilitazione Cardiologia dell’U.O.C Cardiologia di Camposampiero, eseguita dal Dott. Endrius Salvalaggio per conto della rivista Informasalute.

Dott. Mantovani, sappiamo che il cuore è il muscolo della vita, ci potrebbe dire come funziona?
Il cuore è la pompa del nostro organismo. E’ composto di quattro camere: due atri e due ventricoli. E’ diviso in settore destro e settore sinistro. Il sangue di ritorno dal circolo venoso arriva all’atrio destro, passa nel ventricolo destro che lo spreme attraverso l’arteria polmonare e suoi rami ai polmoni dove, nel passaggio attraverso i capillari polmonari, viene eliminata l’anidride carbonica e avviene l’ossigenazione. Successivamente il sangue arterioso attraverso le vene polmonari arriva all’atrio sinistro, entra in ventricolo sinistro che lo invia in arteria aorta e in tutto il circolo arterioso dove andrà a nutrire il nostro organismo. La capacità contrattile del cuore è dovuta al particolare tessuto muscolare che lo compone, tessuto capace di eccitarsi e contrarsi. L’eccitazione avviene poiché nel cuore esistono delle strutture in grado di produrre e diffondere autonomamente impulsi elettrici: queste strutture sono il nodo del seno, il nodo atrio-ventricolare, il fascio di His.

Essitono degli stili di vita che ci permettono di tenerlo “giovane”?
E’ consigliata una dieta adeguata ad evitare soprappeso, obesità, ipertensione arteriosa sistemica (usare poco sale), diabete mellito (zuccheri alti nel sangue), dislipidemia (elevati valori di grassi nel sangue). La dieta è bene sia rapportata al nostro consumo di calorie. Evitare quindi eccessivo introito calorico sia per i cibi solidi (pane, pasta, alimenti ricchi di grassi animali) che liquidi (alcolici, bevande zuccherate). Attività fisica quotidiana: la minima attività motoria consigliata consiste in una camminata a passo svelto quotidiana di almeno 30’, meglio se di 1 ora. In alternativa, bicicletta- cyclette, nuoto, ginnastica dolce, attività al tappeto ruotante. Una buona forma fisica previene numerose malattie e ci fa vivere più a lungo. Maggiore è la resistenza allo sforzo e minore è la mortalità. E’ comunque importante ricordare che l’attività fisica che più dà beneficio è quella prolungata di intensità moderata.

Ci sono dei limiti nel praticare lo sport? 
Non esistono assolute limitazioni riguardo alla scelta dello sport da praticare. Ogni persona ha i propri gusti e si gratifica anche nell’attività fisica come meglio crede. Possiamo consigliare attività che abbia una prevalente componente dinamica- aerobica (ginnastica dolce, tappeto ruotante, bici-cyclette, nuoto) e una parte di attività di resistenza (pesi). Per un buon benessere fisico evitare di limitarsi ad attività di pesistica con alzate sub-massimali o massimali (body- building): tale attività determina eccessivi aumenti della pressione arteriosa. Raccomandiamo sempre un adeguato riscaldamento e altrettanto adeguato defaticamento.

Ci potrebbe dire quali sono i benefici per chi pratica dello sport?
Sono noti gli effetti favorevoli dell’attività fisica, ma li ripetiamo volentieri specie se prolungata e di intensità moderata-media, nella riduzione di eventi cardiovascolari più o meno gravi (Angina Pectoris, infarto miocardico, arteriopatie periferiche, necessità di rivascolarizzazione, ictus cerebrale, morte) e non cardiovascolari (riduzione di tumori maligni). I principali effetti dell’allenamento continuativo sottomassimale in aerobiosi (senza eccessiva produzione di acido lattico) sono:

incremento della capacità funzionale e lavorativa (aumento della massima captazione di ossigeno da parte del corpo umano durante sforzo);
riduzione della pressione arteriosa sistemica (PA) e della frequenza cardiaca a riposo e a carichi sottomassimali; questo comporta una riduzione del consumo di “carburante” (l’ossigeno) da parte del cuore a parità di sforzo eseguito (confronto fra prima e dopo in programma di allenamento);
riduzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL (cattivo), dei trigliceridi, della glicemia a digiuno; incremento del colesterolo HDL (buono): calo ponderale;
riduzione delle catecolamine circolanti (adrenalina e noradrenalina), responsabili quando in eccesso dell’insorgenza di gravi aritmie;
riduzione del numero, dell’adesività e aggregabilità piastrinica (le cellule del sangue coinvolte nella formazione del primo coagulo nei vasi sanguigni); riduzione della potenza della risposta coagulativa; attivazione del sistema fibrinolitico (scioglie il coagulo);
potenziamento della vasodilatazione endoteliomediata (dilatazione delle arterie mediante la produzione di particolari sostanze da parte della parete arteriosa stessa)

Ci sono degli accertamenti preliminari prima di praticare dello sport?
Se una persona sana pratica attività sportiva per proprio conto non necessita di particolari valutazioni mediche. E’ consigliata l’esecuzione di un ECG a riposo. Non sarebbe più richiesto il certificato medico se non per l’attività sportiva non agonistica che è pratica diversa da quella ludico-motoria (l’attività agonistica rientra nelle valutazioni di Medicina dello Sport). Una valutazione medica è consigliata in soggetti con patologia come Ipertensione arteriosa, diabete mellito, dislipidemie importanti, obesità. Completamente diverso l’approccio valutativo al paziente cardiovasculopatico, ma non è argomento dell’attuale trattazione.

Come possiamo impostare il nostro programma sportivo?
Il tipo di training fisico preferito in prevenzione cardiovascolare è quello dinamico, ritmico (isotonico, in aerobiosi) a bassa resistenza, che non comporti produzione in eccesso di acido lattico; attività con componente isometrica e alta resistenza è generalmente sconsigliata, anche se in alcuni soggetti, individualizzando bene i carichi e gli esercizi, può essere vantaggiosa. La durata di una seduta va da 30 a 60 minuti con una frequenza da tre a cinque volte a settimana (ma anche quotidiana); l’intensità da applicare nei primi periodi di allenamento deve corrispondere ad uno sforzo moderato circa 4 mets per le donne e 6 mets per gli uomini; 1 met è uguale al consumo di ossigeno di una persona a riposo: e corrisponde a 3,5 mg/kg/m ovvero ad 1 kcal all’ora per kg. Le frequenze cardiache (FC) vanno mantenute inizialmente dal 60 al 75% della massimale teorica (calcolabile con la facile formula 220-età) o della massima FC raggiunta ad un test ergometrico (specie per soggetti in terapia farmacologica cardiovascolare); questo tipo di attività fisica è particolarmente indicata nei soggetti ipertesi e nei sovrappeso. In un secondo momento si può passare allo sforzo vigoroso caratterizzato da un impegno fra il 61 e il 75% della prestazione massima (6 mets o più per donne, 8>8 per uomini) con FC allenanti che vanno dal 70 al 85% della massima. Si tenga presente come si ottenga un aumento di sopravvivenza del 12% per ogni incremento di capacità funzionale (misurabile mediante test da sforzo) pari a 1 met.

Per concludere, dott. Mantovani, che consiglio possiamo dare ai nostri lettori?
L’attività fisica è quella pratica che ha il migliore impatto sulla sopravvivenza della popolazione generale (dati OMS), previa adeguata preparazione atletica. Nessuna limitazione deve essere posta nel soggetto sano senza fattori di rischio. Diversamente in presenza di uno o più fattori di rischio o patologie cardiovascolari ogni soggetto necessita, in ragione della sua situazione clinica di una vera e propria prescrizione terapeutica con durata, frequenza ed intensità dell’esercizio individualizzata; l’attività motoria va intesa come una terapia personalizzata, onde evitare inutili rischi per il praticante e l’insorgenza di eventi avversi.